Parma, 21 maggio 2018 – Da oggi all’Università di Parma una Sala Studio porta il nome di Giulio Regeni. L’Ateneo, su proposta del Consiglio degli Studenti approvata dagli Organi accademici, ha infatti deciso di dedicare la Sala Studio nella Casa dello Studente di vicolo Grossardi al ricercatore italiano, ucciso in Egitto nel 2016 mentre stava completando la tesi sui sindacati indipendenti egiziani per il Dottorato svolto all’Università di Cambridge.

Oggi pomeriggio la cerimonia di intitolazione, nella quale sono intervenuti il Rettore Paolo Andrei, il Presidente del Consiglio degli Studenti Guglielmo Agolino, le rappresentanti di Amnesty International Parma Patrizia Ciurlia e Martina Di Piazza (con un videomessaggio) e Riccardo Noury, Portavoce nazionale di Amnesty International Italia, che ha letto un messaggio deigenitori di Giulio, Paola e Claudio Regeni. Folto il pubblico presente: autorità, personale dell’Università e tanti studenti, a sottolineare l’attenzione alla vicenda di Giulio Regeni e l’apprezzamento per il gesto dell’Ateneo.

L’Università di Parma, che già nel febbraio 2016 con molti altri Atenei italiani aveva aderito all’appello della Conferenza dei Rettori delle Università italiane - CRUI per far emergere la verità sulla morte di Giulio Regeni, con questa intitolazione si affianca alle numerose iniziative che il mondo universitario italiano sta realizzando affinché non scenda il silenzio su questo tragico caso.

L’Ateneo intitolerà inoltre a Giulio Regeni una borsa di studio nell’ambito del Corso di Dottorato in Scienze Giuridiche coordinato da Alberto Cadoppi.

Da due anni Amnesty International sta portando avanti con la famiglia Regeni la campagna “Verità per Giulio Regeni”, cui hanno aderito tanti enti locali, università e luoghi di cultura ribadendo la richiesta di un impegno per avere la verità sulla morte di Giulio.

Giulio Regeni, nato a Trieste il 15 gennaio 1988, dopo aver lavorato all'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale e aver svolto per un anno ricerche per conto della società privata di analisi politiche Oxford Analytica, stava conseguendo un dottorato di ricerca al Girton College dell'Università di Cambridge e si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani all'Università Americana del Cairo.
Fu rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Il suo corpo fu ritrovato, torturato e senza vita, il 3 febbraio successivo, nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.

 

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