AlmaLaurea ha presentato oggi, mercoledì 27 aprile, il XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani al Convegno “Formazione universitaria e posti di lavoro: proiezioni spaziali e temporali”, all’Università di Napoli Federico II.Le Indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale ˗ presentate congiuntamente ˗ hanno coinvolto i laureati di 71 università delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio. Il XVIII Rapporto sul Profilo dei laureati ha indagato le performance formative di quasi 270 mila laureati del 2015: in particolare, 154 mila laureati di primo livello, 77 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 32 mila laureati a ciclo unico.Sono invece oltre 570 mila i laureati coinvolti nel XVIII Rapporto AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale: laureati di primo e secondo livello, del 2014, 2012 e 2010 intervistati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal raggiungimento del titolo.IL PROFILO DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DI PARMAI laureati 2015 dell’Università di Parma coinvolti nel XVIII Profilo dei laureati sono 4.776. Si tratta di 2.678 di primo livello, 1.488 magistrali biennali e 575 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.Per esigenze di sintesi si riporta in questa sede l’analisi delle performance formative dei laureati di primo livello e di quelli magistrali biennali. La provenienza geografica e il background formativoLa quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,1%: il 4,4% tra i triennali e il 3,6% tra i magistrali biennali. Il 46% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 42% tra i triennali e il 49% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 63% dei laureati: è il 59% per il primo livello e il 62% per i magistrali biennali.La riuscita negli studi universitariL’età media alla laurea, pari a 26 anni per il complesso dei laureati, varia tra i 25 anni per i laureati di primo livello e i 27,1 anni per i magistrali biennali. Su tale risultato incide però anche il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati infatti si immatricolano subito dopo la conquista del titolo di scuola secondaria superiore. 45 laureati su cento terminano l’università in corso: in particolare, sono il 40% tra i triennali e il 58% tra i magistrali biennali.Il voto medio di laurea è 99,9 su 110; in particolare, 96,7 per i laureati di primo livello e 105,1 per i magistrali biennaliLe esperienze nel corso degli studiIl 64% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: sono il 68% tra i laureati di primo livello e il 60% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 70% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio).Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano l’8% dei laureati: il 5% per i triennali e l’11% per magistrali biennali (quota che sale al 14% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 64% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 65% tra i laureati di primo livello e il 66% tra i magistrali biennali.La soddisfazione per l’esperienza universitariaPer analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti.L’83% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, 74 laureati su cento considerano le aule adeguate, 28 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 75 valutano positivamente i servizi di biblioteca.E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Confermerebbe la scelta del corso e dell’Ateneo il 64% dei laureati, mentre l’8% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso. LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI DELL’UNIVERSITÀ DI PARMAL’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 9.147 laureati dell’Università di Parma. La sintesi si concentra sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2014, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati magistrali biennali del 2012 intervistati a tre anni e del 2010 intervistati a cinque anni. Data la natura peculiare dei laureati magistrali a ciclo unico, caratterizzati da un’elevata prosecuzione degli studi con formazione propedeutica all’avvio delle carriere libero professionali (ad esempio, praticantati, specializzazioni, tirocini), per esigenze di sintesi non si riporta in questa sede l’analisi delle loro performance occupazionali. I laureati triennali tra Università e lavoroL’Indagine ha coinvolto 3.088 laureati triennali del 2014 intervistati dopo un anno dal titolo, ovvero nel 2015. Sebbene una quota elevata di laureati di primo livello, 58%, prosegua il percorso formativo con la magistrale, è utile fotografare le performance occupazionali di coloro che dopo la conquista del titolo hanno scelto di non proseguire gli studi e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro. Isolando quindi tra i laureati triennali coloro che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale (40%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 75%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 17%. Il 37% degli occupati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno è in media di 1.049 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato (richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e utilizzo nel lavoro delle competenze apprese all’università)? Sono 52 laureati su cento, i quali considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono.I laureati magistrali biennali a uno, tre e cinque anni dalla laureaI laureati magistrali biennali del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo sono 1.514, quelli del 2012 a tre anni sono 1.524 e quelli del 2010 a cinque anni sono 1.392.A un annoIl 73% dei laureati magistrali biennali del 2014, compresi coloro che sono in formazione retribuita, è occupato. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 19%. 34 occupati su cento possono contare su un lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo). Il guadagno è di 1.156 euro mensili netti e l’efficacia è pari al 49%.A tre anniL’89% dei laureati magistrali biennali del 2012 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 7%.Gli occupati stabili sono il 57%. Le retribuzioni arrivano a 1.253 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 50 laureati su cento.Ma dove vanno a lavorare? L’86% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 10% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (4%). L’ambito dei servizi assorbe il 65%, mentre l’industria accoglie il 32% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.A cinque anniIl 90% dei laureati magistrali biennali del 2010 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 6%. Gli occupati stabili sono il 74%. Le retribuzioni arrivano a 1.419 euro mensili netti.L’efficacia coinvolge 55 laureati su cento.Ma dove vanno a lavorare? L’85% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre l’11% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (4%). L’ambito dei servizi assorbe il 63%, mentre l’industria accoglie il 35% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura. Comunicato Università di Parma - AlmaLaurea I laureati magistrali Unipr alla prova del lavoro: tabelle