L’Università di Parma, su proposta del Gruppo di lavoro “Ateneo sostenibile”, aderisce anche quest’anno a M’illumino di meno, l’iniziativa della trasmissione di Radio Rai “Caterpillar” giunta ormai alla sua quindicesima edizione e nata per promuovere il risparmio energetico e i comportamenti virtuosi nell’ambito della sostenibilità ambientale.M’illumino di Meno invita quest’anno a spegnere le luci e a piantare un albero. Per questo venerdì 6 marzo, alle 11, di fianco al Plesso Aule delle Scienze del Campus Scienze e Tecnologie, alla presenza del Rettore Paolo Andrei sarà messa a dimora una quercia, posizionata dopo l’ingresso da via Langhirano sulla destra, tra il filare alberato che costeggia la strada e la facciata vetrata dell’edificio delle Aule.La quercia, anche in base alla valutazione microclimatica redatta da Barbara Gherri del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Ateneo, sarà in grado di mitigare la temperatura e di abbassare il tasso di umidità relativa, assicurando agli utenti un luogo piacevole e ombreggiato anche durante la stagione estiva.La piantumazione della quercia è il primo simbolico tassello di un progetto più ampio di analisi dello stato di salute delle piante presenti nelle aree verdi dell’Ateneo e di un loro rinverdimento e potenziamento, così come declinato nel Piano Strategico 2020-22 in relazione allo Sviluppo Sostenibile. Si anticipa che, in occasione della Festa dell’Albero in programma il 21 novembre, è prevista la messa a dimora di nuove piante anche con il coinvolgendo delle scuole superiori del territorio, creando una occasione di riflessione sulla biodiversità e sostenibilità.L’edizione 2020 di M’illumino di Meno, Giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, è dedicata quest’anno ad aumentare gli alberi, le piante, il verde intorno a noi, perché gli alberi sono macchine meravigliose per invertire il cambiamento climatico. Caterpillar invita quindi Comuni, scuole, aziende, associazioni e privati a piantare un tiglio, un platano, una quercia, un ontano o un faggio, per realizzare un ideale filare di 500.000 alberi che simbolicamente parta da Pino Torinese e arrivi fino ad Alberobello.