Giovanni Verga (1946-2025)

Con la scomparsa del Professor Giovanni Verga, perdiamo non solo un profondo studioso dell’economia monetaria, ma anche un maestro generoso che ha formato decine di economisti. Per chi ha avuto il privilegio di conoscerlo da vicino – come collega, allievo o coautore – la sua assenza sarà difficile da colmare.

Già dalla laurea all’Università Cattolica di Milano e dal master in economia quantitativa ed econometria a Southampton, Giovanni affrontò presto le sfide della modellizzazione economica con strumenti quantitativi, avvalendosi del computer per stimare modelli: un approccio pionieristico per l’epoca.

I suoi contributi alla ricerca si estendono per quasi cinquant’anni, con coerenza e originalità. Con “Money demand in Italy” (1984, con Calliari e Spinelli), offrì un’analisi innovativa sulla domanda di moneta. In “Efficienza e stabilità dei mercati finanziari” (1995, con Vaciago), esplorò i temi dell’efficienza informativa. Per anni fu anima dell’Osservatorio Monetario, anticipando l’importanza del canale comunicativo nelle strategie delle banche centrali. La sua curiosità lo portò ad affrontare anche svariati filoni di ricerca, come la domanda e offerta di credito, la finanza comportamentale o, più recentemente, l’utilizzo di modelli linguistici per analizzare le comunicazioni delle banche centrali.

Anche dopo il pensionamento, non smise mai di studiare, scrivere, partecipare a seminari e seguire giovani ricercatori. Proprio il giorno prima della sua scomparsa aveva tenuto un intervento accademico: esempio della sua passione instancabile per l’economia e per la conoscenza.

Lo ricordiamo con profonda gratitudine: per la sua intelligenza, la pazienza, la generosità. La sua eredità vive nei suoi scritti, ma soprattutto nei suoi allievi e nei suoi gesti. Di questa eredità ci sentiamo, oggi, orgogliosi custodi e speriamo di poter proseguire il cammino tracciato da lui.

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