Parma, 1 aprile 2021 - Il Rettore Paolo Andrei ha inviato ieri questa lettera "a tutta la Comunità universitaria di Parma. Studentesse e Studenti, Docenti, Personale tecnico amministrativo"

Carissime e Carissimi,

Vi scrivo perché sento il bisogno di rivolgermi a tutta la nostra Comunità universitaria per condividere un semplice pensiero.

Il tempo che stiamo ancora attraversando, fatto di limitazioni alle possibilità di incontro, ci ha fatto riflettere a lungo sulle risposte da dare per fronteggiare le difficoltà insite nel nostro modo di lavorare “a distanza”, ha causato sofferenza e disagio in molte persone, ha allentato i nostri rapporti umani dovendo tutti noi fare i conti con una emergenza sanitaria prolungata e sfibrante.

Abbiamo saputo reagire, forse abbiamo anche commesso errori, ma tutti insieme abbiamo fatto del nostro meglio per gestire la complessità e per proseguire le nostre attività nel miglior modo possibile.

Andando alla radice del disagio che tutti abbiamo percepito, credo che si sia ulteriormente rafforzata in tutti noi la consapevolezza che la vita universitaria, per essere pienamente vissuta, ha bisogno della presenza fisica delle persone che compongono la Comunità universitaria, non solo per permettere lo svolgimento di lezioni in cui si possa realizzare appieno il rapporto educativo e formativo tra docenti e discenti, ma soprattutto perché l’Università è una esperienza di vita a tutto tondo, che coinvolge tutti gli attori di questo processo attraverso relazioni umane fondamentali per la crescita di tutti i soggetti coinvolti.

Le tecnologie che abbiamo saputo impiegare in questo ultimo anno potranno essere ulteriormente affinate per aiutarci a svolgere ancora meglio le nostre attività e occorrerà riflettere insieme sulle potenzialità che potranno continuare ad assumere, ad esempio per incontrare le persone che per svariate ragioni hanno più difficoltà nel frequentare assiduamente i plessi universitari.

Penso, però, che lo sforzo maggiore che possiamo compiere consista in una riflessione attenta, ampia e partecipata su come vogliamo rafforzare, nel prossimo futuro, le occasioni di relazione, incontro e confronto tra tutte le componenti della nostra Comunità, affinché si possa recuperare ciò che di più prezioso ci è mancato in questo anno così difficile: la bellezza dello stare insieme e di condividere con gli altri le nostre esperienze.

Non si tratta, a mio avviso, solo di “tornare in aula”. Si tratta di ripensare “come” tornare in aula e anche ciò che accade “oltre le aule”, intravedendo nuove occasioni di partecipazione, confronto e discussione che ci aprano sempre di più verso il mondo in cui viviamo e che ci portino ad assaporare nuovamente l’importanza dell’incontro con gli altri.

Si tratta, a mio avviso, di un percorso al tempo stesso entusiasmante e complesso, che deve indurci a ripensare l’Università del post-pandemia non soltanto per l’indispensabile ripresa delle attività didattiche in presenza, ma cercando di “volare alto” nell’immaginare modalità didattiche nuove, nuove occasioni di confronto, una presenza più coinvolgente, spazi fisici e orari di attività adeguati per favorire l’incontro, insomma, la “nuova” Università che vogliamo vivere.

Sarei felicissimo se nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si potesse avviare, in ogni Dipartimento, un confronto ampio, aperto e partecipato che, anche attivando gruppi di lavoro tematici, possa immaginare nel modo più libero possibile le caratteristiche fondamentali cui ispirarsi per costruire il futuro della nostra Università. Sono sicuro che questo lavoro potrà portarci a definire soluzioni e prospettive di azione innovative e che dal confronto tra le idee che emergeranno a livello dipartimentale potrà scaturire un piano di lavoro di grande respiro per tutto l’Ateneo.

Vi sono grato per l’attenzione che vorrete riservare a queste impressioni che ho voluto condividere con Voi e rinnovo a tutte e tutti i miei più sinceri auguri per una Pasqua di speranza.

Il Rettore
Prof. Paolo Andrei

 

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